domenica 25 ottobre 2009

Don Farinella a testa bassa

11 ottobre 2009

Partecipando all’inaugurazione della mostra `Il potere e la Grazia´ mercoledì scorso a Roma assieme al premier Silvio Berlusconi, il segretario di stato vaticano, il card. Tarcisio Bertone si sarebbe comportato «come un compare di nozze, accanto all«utilizzatore finalè di prostitute a pagamento» che ha «da solo calpestato tutti i principi etici non negoziabili» con cui il porporato «è solito pontificare». Lo scrive in una lettera aperta allo stesso card. Bertone, don Paolo Farinella, sacerdote genovese teologo e biblista, secondo cui il premier ha calpestato «tutti i principi della dottrina sociale della Chiesa che ogni tanto il card. Bertone rispolvera per darsi un contegno». «Lei stava lì - scrive il prete riferendosi all’inaugurazione della mostra a Palazzo Venezia - come un protettore che mette il cappello sul proprio protetto, mandando un messaggio mediatico trasversale dentro e fuori i palazzi: Berlusconi è sotto la protezione del Vaticano e non si tocca». «Il mondo ha visto - prosegue don Farinella - che il presidente del Consiglio ha osato dirle davanti a tutti che in quella mostra mancava un quadro, quello di «San Silvio da Arcore» e lei, con il sorriso di prassi, è rimasto allampanato. Lei annuiva, restando immobile. Io non so se lei si sia reso conto - conclude - del danno che ha provocato alla Chiesa universale e alla Chiesa che è in Italia in modo particolare».

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/genova/2009/10/11/AM9aRI0C-protettore_farinella_berlusconi.shtml?hl

Forza Nuova, un “manipolo” contro don Paolo Farinella

27 settembre 2009
Una quindicina di militanti di Forza Nuova in piazza Matteotti (non in piazza San Giorgio di fronte alla chiesa di don Farinella), più o meno gli esponenti dei centri sociali in piazza Raibetta.

I primi a contestare, come preannunciato, don Paolo Farinella che su Micromega aveva espresso un giudizio critico sulle missioni di “pace” delle forze armate italiane, con un giudizio “laico” sui parà morti nella strage di Kabul: erano militari, sono andatì lì sapendo dei rischi che correvano proprio perché militari e per guadagnare di più. Esprimendo poi delle critiche sull’atteggiamento di (parte) dei militari, “guascone” e spaccone.
Le reazioni (come già accaduto per un sacerdote milanese, finito sotto scorta, per le sue posizioni pesantemente critiche su Afghanista, Iran, Libano, non si sono fatte attendere.

Forza Nuova ha promosso la manifestazione odierna annunciando anche una colletta per invitare don Farinella a fare un viaggio, senza ritorno, a Kabul.
Slogan e replica delle proprie motivazioni critiche con un prete «arrogante e senza onore» per le critiche «ai valorosi morti e a tutte le vittime dell’impegno militare italiano sui fronti internazionali per portare la pace e aiuto alla popolazione» da parte degli esponenti di Forza Nuova. Di tenore diverso quelle dei centri sociali.

Don Farinella non ha taciuto. Prima della messa domenicale ha ribadito le sue convinzioni allargando il fronte delle critiche.

Al Papa perché con il nuovo episcopato «conta più la gergarchia vaticana e l’apparato della “Chiesa”». Al presidente Cei e arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco: «nelle sue omelie e interventi parla più del Papa che di Dio». All’ex Arcivescovo genovese Tarcisio Bganasco oggi segretario di stato vaticano: «non mi faccio comandare da uno che nel suo paese si è costruito una casa che supera il piano regolatore». E a Berlusconi con una sottile ironia (peraltro evidenziata dai
media nelle ore successive all’incontro) sul suo incontro «non casuale», ma certamente combinato «con il Papa». «L’incontro di ieri tra il Papa e Berlusconi all’aeroporto di Ciampino - ha aggiunto- è stato studiato apposta dagli uffici stampa di Chiesa e Governo, per quel 70% di italiani che si forma davanti alla Tv. Dedicherò la messa di oggi anche alla morte dell’informazione italiana». Don Farinella ha aggiunto di non apprezzare «il coinvolgimento dello Ior nei più grandi malaffari del capitalismo» e di accettare comunque qualsiasi decisione dell’ arcivescovo Bagnasco su un suo spostamento di parrocchia: «se il vescovo mi trasferirà - ha detto don Farinella - accetterò qualsiasi decisione. Se vengo capito bene, se no non so cosa farci».

Don Farinella ha parlato a lungo e, come sempre, senza mezzi termini, con una chiarezza sui concetti che condivisibili o meno, non sono certamente criptici.
Sulla vicenda afghana ha anche detto che «dedichera la messa odierna a tutti i morti innocenti in Afghanistan e domani leggerete sui giornali che ho inneggiato a Bin Laden. L’ordinario militare, nell’omelia per i funerali dei sei parà italiani, non ha speso una parola per i novanta morti civili in quell’attentato». Questo è stato l’incipit della sua celebrazione religiosa.

Il sacerdote non si è nascosto, come spesso molti fanno di fronte alle difficoltà, al fraintendimento di cosa scritto o da altri riportato: «Confermo ciò che ho scritto su Micromega - ha detto don Farinella -: i morti italiani e afghani sono tutti uguali. L’ uniformità retorica presente in Italia non mi appartiene. Il concetto di Patria che ha questo Governo non mi appartiene. La mia patria è il mondo intero».

E la manifestazione? A Radio19 don Paolo ha detto: «Siamo in democrazia, tutti hanno diritto di manifestare e di dire cosa pensa. Per questi ragazzi (Forza Nuova) dico solo che mi spiace per loro rimasti fermi a 150 anni fa. Ma non mi adeguo alle celebrazioni di eroismo e alle strumentalizzazioni del Governo italiano. È un Governo scemo. I sei sventurati parà italiani sapevano di rischiare di morire, per questo erano pagati di più».

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/genova/2009/09/27/AMox8jxC-contro_farinella_manipolo.shtml?hl

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