martedì 23 giugno 2009

Da Bondi attacco a Repubblica "Un pericolo per la democrazia"





ROMA
- (23 giugno 2009)
Si firma per quello che è, Sandro Bondi, ministro per i Beni culturali del governo Berlusconi, e scrive di suo pugno una lettera alGiornale in cui definisce Repubblica "un'insidia per la democrazia". Sommerso di critiche insiste, sottolinea d'essere pure "il coordinatore del partito di maggioranza relativa", accusa il quotidiano "di gettare fango da mesi sul premier utilizzando i più sleali mezzi a disposizione del giornalismo" e accusa il direttore Ezio Mauro di non aver pubblicato una sua missiva. Difese sparute a destra (Francesco Giro, suo sottosegretario, Laura Bianconi, vice capogruppo Pdl, il senatore Francesco Casoli), indignazione nel centrosinistra, decisa presa di distanze della Fnsi. Il segretario Franco Siddi dice che "il ministro sbaglia perché confonde legittime prese di posizione, inchieste e notizie con posizioni di partito". Nota come "nelle decadenze risiedono i pericoli democratici, non nella libera circolazione delle notizie". Un attacco che spinge la segreteria del Pdci a invitare Napolitano, nella veste di supremo garante della Costituzione, "a tutelare tutte le libertà sancite dalla Carta". La sortita di Bondi scandalizza l'Udc. Per i capigruppo alla Camera Michele Vietti e al Senato Gianpiero D'Alia la "grave" affermazione "lede la libertà di stampa e non può essere accettata in un paese democratico e civile". Nel quale "è diritto di chiunque polemizzare" con la stampa ma non ritenere che "un giornale complotti contro le istituzioni". Antonio Di Pietro chiude l'esecutivo nazionale dell'Idv e fa una battuta: "E' come quella del bue che dice cornuto all'asino, che notoriamente le corna non le ha. Bondi parla del Pdl, che è un pericolo per la democrazia". Nell'Idv è critico Pino Pisicchio: "Dal mite Bondi ci si aspetterebbe pedagogia della tolleranza e del pluralismo, non un attacco frontale a una delle più diffuse testate colpevole solo di mettere in pagina ciò che tutto il mondo dell'informazione rende pubblico da settimane".
Nel Pd si levano voci molto critiche contro il ministro. La presidente dei senatori Anna Finocchiaro giudica "gravi" le accuse perché provengono da un ministro che "dovrebbe garantire il libero confronto delle idee". Aggiunge: "Di Minculpop ce n'è stato uno e sinceramente non ne sentiamo la mancanza perché la libertà di stampa costituisce il sale della democrazia". Per il capogruppo dei deputati Pd Antonello Soro "s'è passato il segno" ed "è un atteggiamento di minaccia che denuncia forte nervosismo". Secondo Giovanna Melandri il ministro "è preda della sindrome del premier che vede trame dove c'è solo libertà d'informazione". L'ex ministro della Pubblica istruzione Beppe Fioroni gli ricorda che "in tutto il mondo accettare l'esistenza di una stampa libera non rappresenta un rischio ma l'anima della democrazia".
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L'invettiva del ministro Bondi nei confronti di "Repubblica", ma più ancora della libertà di informazione, merita nella sua miseria roboante appena due righe di commento. Soltanto nel nostro Paese un ministro della Cultura può definire un giornale "un'insidia per la democrazia". Evidentemente nella sua concezione della democrazia che non prevede contropoteri e pubblica opinione, ma solo sudditi, la libera stampa rappresenta un'insidia. I cittadini sono avvertiti. Quanto all'accusa di ignorare le repliche vogliamo rammentare all'onorevole Bondi che l'obbligo ai giornali di pubblicare qualsiasi lettera di ministri non è stabilito per legge. Almeno per ora.

di LIANA MILELLA

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